I Do’s & i Don’ts delle Website Factories

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Da qualche anno i progetti mondiali di razionalizzazione della produzione dei siti web sono in piena espansione. L’ambizione iniziale è accattivante e piena di significato: ottimizzare la produzione e la manutenzione dei siti web grazie a una strategia che possa essere applicata a livello mondiale per diversi marchi della stessa azienda. L’obiettivo è ridurre il numero di partner, tagliare i costi di sviluppo e manutenzione e favorire al contempo l’allineamento dell’immagine del marchio, dimostrando agilità nella gestione e negli aggiornamenti dei contenuti.

 

Sebbene questi vantaggi siano reali e fondati, questa opportunità può rivelarsi insidiosa e costosa se i prerequisiti per la sua esecuzione non sono adeguatamente anticipati. In questo articolo scoprirete quali sono i consigli da applicare e le trappole da evitare quando si lancia un programma di Website Factory.

 

DO’S

Ecco i nostri 5 consigli chiave da seguire:

      1. Pensare al “futuro”: scegliere delle soluzioni adatte alle ambizioni della marca a medio e lungo termine.
      2. Pensare «in grande» : l’architettura della Factory evolverà passo a passo con il tempo (nodi del sito, estensioni URL, retaggio delle pagine, write-over…).
      3. Dedicare del tempo all’inquadramento, impostare la governance, l’onboarding e il piano di azione legato al programma.
      4. Far eseguire rapidamente un audit a dei Professional Services della soluzione, fin dalle prime linee guida comunicate dal partner.
      5. Pensare alla “membership”: costruire il piano di fatturazione interno e la governance (HQ / Brand / Paesi / Zone).

 

 

DON’TS

Ecco le 5 situazioni da evitare:

      1. Pensare troppo in maniera isolata: tutti i servizi IT esistenti (infrastruttura, supporto, ecc.) devono essere richiamati e integrati rapidamente nelle discussioni per evitare le insidie della non fattibilità o delle tempistiche.
      2. Mettere tutte le uova in un solo paniere: assicuratevi di avere diversi partner per lo sviluppo, l’integrazione e la gestione del progetto.
      3. Trascurare la comunicazione interna: quest’ultima è essenziale per il successo del programma. In tal senso bisogna prevedere nel piano d’azione una presentazione alla direzione dell’azienda e ai responsabili dei dipartimenti digitali dei vari paesi.
      4. Sottovalutare la gestione della domanda: la priorità delle esigenze deve essere chiara e condivisa da tutti per evitare tensioni tra la richiesta di evoluzione e la richiesta di adattamento per un roll-out.
      5. Ridurre al minimo le dimensioni del progetto e l’impegno richiesto: la trasparenza è il fondamento dell’efficienza.

 

Conclusione

Forte delle sue molteplici esperienze presso grandi gruppi internazionali, Adone Conseil offre una reale expertise e la prospettiva necessaria per comprendere, strutturare e gestire i cambiamenti associati a questi ambiziosi progetti.

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